In un mondo in cui si parla sempre più di educazione innovativa, è arrivato il momento di smettere di guardare il poker solo come un gioco d’azzardo. Il TU Poker Club lo sa bene, ed è per questo che ha lanciato l’iniziativa “Start ’em Young”, con l’obiettivo di insegnare questo gioco di abilità ai bambini svantaggiati della zona di San Antonio. Eppure, nonostante i benefici evidenti, la richiesta di finanziamento è stata rifiutata dalla SGA con motivazioni discutibili come “uso improprio dei fondi” e “questioni legali”.
Una decisione incomprensibile. In un contesto in cui la formazione dei più giovani dovrebbe essere una priorità assoluta, ostacolare un progetto come questo significa chiudere la porta a un’opportunità unica. Il poker, infatti, non è solo un gioco: è una scuola di vita.
I vantaggi cognitivi e sociali del poker

Insegnare il poker fin da piccoli significa potenziare capacità fondamentali come il pensiero critico, la gestione del rischio, l’analisi delle probabilità e la comprensione dei valori numerici e monetari. I bambini coinvolti nell’iniziativa avrebbero ricevuto lezioni gratuite di poker in inglese e spagnolo, entrando in contatto con concetti che spesso vengono affrontati troppo tardi, se mai affrontati.
Ma i vantaggi non si fermano alla matematica. Il poker stimola anche le competenze sociali: leggere le espressioni facciali, interpretare il linguaggio del corpo, individuare segnali di insicurezza o sicurezza sono abilità chiave nella vita quotidiana. Il gioco insegna a perdere e vincere con consapevolezza, e soprattutto a fare scelte finanziarie intelligenti. Come ha dichiarato Bob Carlson, esperto di Forbes, “giocare a poker può insegnare come prendere decisioni finanziarie migliori – e non solo in ambito economico”.
Una carriera? Anche sì.
C’è poi un altro aspetto spesso ignorato: il poker può rappresentare una carriera redditizia. Il leggendario Daniel Negreanu, per esempio, ha guadagnato oltre 51 milioni di dollari nei tornei ufficiali. Ma anche senza arrivare ai tavoli televisivi, le abilità sviluppate con il poker aprono le porte a settori strategici come la finanza, la criptovaluta, persino la politica. Viviamo in un mondo in cui tutto è speculazione. Preparare i bambini ad affrontarlo significa insegnare loro a gestire l’incertezza.
E perché non scacchi?
Molti si chiedono: “Perché non usare giochi più accettati socialmente, come gli scacchi?” La risposta è semplice. Gli scacchi sviluppano la logica, ma non preparano alla realtà del rischio come fa il poker. Il poker, per quanto demonizzato, è un potente strumento pedagogico. La stessa Mayo Clinic ha dichiarato che il gioco d’azzardo può attivare il sistema di ricompensa del cervello, creando un ciclo di apprendimento continuo. Se ben gestito, questo meccanismo può diventare un motore educativo, e non una trappola.
Un’occasione da non perdere
L’iniziativa “Start ’em Young” era stata progettata per dare un’opportunità concreta ai bambini svantaggiati. Oggi, con il finanziamento bloccato, quei bambini sono i veri sconfitti. È il momento di rivedere la decisione e sostenere chi cerca di fare davvero la differenza nella comunità.
Insegnare il poker non significa incentivare il gioco d’azzardo, ma insegnare la vita, una mano alla volta.
Ripensiamoci. Finanziamo il futuro. Finanziamo il poker.