Il 2025 rappresenta un anno cruciale per il settore del poker in Italia, con un pacchetto di riforme legislative che punta a ridefinire il quadro normativo del gioco online. Le nuove disposizioni, già approvate o in discussione, coinvolgono aspetti economici, tecnici e strategici, con l’obiettivo dichiarato di rendere il mercato più trasparente, sicuro e competitivo a livello europeo.
Concessioni milionarie: l’accesso al mercato diventa selettivo

Uno degli interventi più incisivi riguarda il costo per ottenere una concessione statale per operare nel settore del gioco online, poker incluso. Il prezzo per una singola concessione passa da 250.000 euro a ben 7 milioni. Si tratta di una scelta che intende limitare l’accesso a operatori seri e solidi, ma che rischia di tagliare fuori realtà più piccole o indipendenti. Questo cambiamento potrebbe portare a una concentrazione del mercato nelle mani di pochi grandi gruppi.
Canoni, imposte e contributi: nuove voci di spesa per gli operatori
Oltre al costo iniziale della concessione, gli operatori dovranno affrontare un canone annuale pari al 6% del margine operativo, ossia dei ricavi lordi derivanti dal gioco. A questa voce si aggiunge un’ulteriore tassa dello 0,2% destinata al finanziamento di progetti di prevenzione e cura della dipendenza da gioco d’azzardo. Questi nuovi obblighi fiscali spingono verso una gestione aziendale più strutturata e trasparente, ma riducono anche i margini operativi.
Liquidità condivisa: il poker italiano verso un’apertura europea
Una delle proposte più interessanti è l’adesione dell’Italia alla liquidità condivisa europea per il poker online. Attualmente Francia, Spagna e Portogallo condividono player pool unificati, che permettono ai giocatori di questi Paesi di partecipare agli stessi tornei e tavoli cash. L’Italia, che aveva inizialmente aderito al progetto nel 2017, non ha mai dato attuazione concreta alla misura. Le nuove linee guida riaprono le porte a questa possibilità, con potenziali benefici enormi in termini di volume di gioco, premi in palio e varietà di tornei.
Controlli e legalità: rafforzata la lotta al gioco non autorizzato
Un altro punto centrale riguarda il contrasto al gioco illegale. Le nuove normative prevedono strumenti più efficaci per il blocco dei siti non autorizzati, il monitoraggio dei flussi di denaro e la verifica dei metodi di pagamento. In particolare, i depositi superiori a 100 euro dovranno avvenire tramite sistemi tracciabili, come carte elettroniche o wallet digitali. Queste misure sono pensate per ridurre il rischio di riciclaggio e aumentare la trasparenza nei movimenti finanziari.
Il ruolo dell’ADM e la nascita di un Consiglio del Gioco
L’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM) continua a essere l’ente preposto al rilascio delle concessioni e alla vigilanza sul rispetto delle regole da parte degli operatori. Ma una novità importante è la proposta di istituire un Consiglio Pubblico per il Gioco, un organismo consultivo che includerebbe esperti del settore, rappresentanti dei giocatori e figure istituzionali. Il suo compito sarà monitorare l’impatto delle normative e proporre eventuali aggiustamenti futuri.
La riforma del poker online in Italia segna un’evoluzione netta rispetto al passato. Concessioni più costose, obblighi fiscali più stringenti, maggiori garanzie per i giocatori e l’eventuale apertura alla liquidità internazionale delineano un mercato che punta alla qualità, alla sicurezza e alla sostenibilità. Tuttavia, non mancano le criticità: il rischio di monopolizzazione, la riduzione della concorrenza e l’aumento delle barriere d’ingresso restano temi aperti. I prossimi mesi saranno decisivi per capire quanto queste novità saranno efficaci nel rilanciare il poker italiano, senza sacrificare accessibilità e pluralismo.